Il dettaglio che illumina il lettore
C'è una cosa che amo in modo particolare: scovare i piccoli negozi caratteristici, quelle botteghe dove si respira la personalità del proprietario in ogni angolo.
Cerco una cartoleria, apro la porta e mi ritrovo in un posto inaspettato. Suppellettili di vario genere che niente hanno a che fare con quaderni e matite; colori e decorazioni inusuali, almeno per una cartoleria, e un negoziante che, sbucato dal nulla, dà all'improvviso un senso a quel locale.
Vicino a casa mia c'è la tabaccheria dei gatti, o almeno così noi la chiamiamo.
La tabaccheria dei gatti si riconosce dalla strada perché ha un enorme portone di legno malconcio, ricoperto da adesivi rovinati, di quelli che ti viene voglia di grattare via con l'unghia dell'indice.
Non appena entri ti ritrovi in uno spazio angusto e buio, stracolmo di mobili scuri. A destra della porta c'è piazzata una scultura in legno, incomprensibile ai più, con due lunghe, strette assi che sorreggono un pezzo di legno scavato nel centro. Un'altra asse, più sottile, è appoggiata orizzontalmente sul ciocco e a me ricorda tanto un remo sopra una barca.
Dal soffitto pendono decine di cordoncini arricchiti di perline bianche, gli unici punti luce dell'ambiente insieme a una piccola finestra. Accanto al bancone c'è una bassa libreria che espone manuali di astrologia, modellati dal tempo e dall'umidità.
Ma il dettaglio che più mi colpisce è una vecchia sedia in vimini, sistemata vicino a una stufa a legna, proprio di fronte all'entrata. La sedia ha un cuscino grigio, appiattito dall'uso, pieno di polvere e peli. Occupa molto spazio e costringe noi clienti ad aspettare il nostro turno, stipati come sardine davanti al bancone.
La cosa non ci crea affatto disagio. Tutt'altro. Questa vicinanza obbligata aggiunge un tocco di familiarità in più a quel luogo già così casereccio.
A fare da padroni del negozio, oltre alla tabaccaia, sono diversi gatti, disseminati un po' ovunque. Chi si lava sul bancone, chi sonnecchia sul registratore di cassa o vicino all'espositore dei gratta e vinci.
Un enorme micio siberiano bianco e grigio è sempre stravaccato sulla sedia in vimini. Lo si vede raramente scendere, per scomparire dietro il bancone, forse in cerca di crocchette.
Ecco. Quella seggiola col suo cuscino impelato esprime, a parer mio, il cuore di quel luogo.
Il dettaglio illuminante di Bobette Buster
Bobette Buster, sceneggiatrice ed esperta di digital storytelling, rivela nel suo libro Adesso… racconta. Come narrare una storia perché il mondo la ascolti alcuni segreti che rendono una storia memorabile.
Tra i vari preziosi suggerimenti che dà, ce n'è uno che mi ha colpito molto: il dettaglio illuminante (the gleaming detail).
Cosa s'intende per dettaglio illuminante?
Un particolare, quell'immagine nella storia che rende di colpo tutto chiaro al lettore o allo spettatore. Un tassello che, posizionato con sapienza in un punto preciso della trama, crea un ponte immediato tra l'autore e il suo pubblico.
Un punto di svolta che emoziona e, nello stesso tempo, rivela l'essenza della narrazione. Quell'attimo in cui si ha una ah-ah experience, un insight, un lampo di genio che ci illumina e il cuore della trama si svela in tutta la sua bellezza. Che è poi il motivo per cui divoriamo un romanzo dalla prima all'ultima pagina o veniamo rapiti da un film fino ai titoli di coda. Per catturarne il senso. E se ci emozioniamo pure, tanto meglio.
E una volta chiuso il libro, una volta oscurato lo schermo restiamo per giorni o forse mesi ad assaporare la sensazione racchiusa in quel preciso dettaglio visivo.
L'autrice porta come esempio il film E.T. l'extra-terrestre di Steven Spielberg. Nella famosa pellicola il regista riesce, attraverso un dettaglio illuminante, a trasformare l'oscuro in chiaro, l'ordinario in straordinario.
Il dettaglio illuminante di cui parlo è la bicicletta, un oggetto che custodisce tutta l'essenza del film. Spielberg ci introduce la bicicletta all'inizio della storia, quando Elliott, il bambino, incontra per la prima volta E.T. nel bosco di sequoie.
La bicicletta compare, di nuovo in altri precisi momenti, fino alla scena finale, che tutti ricordiamo e che ci ha commosso: quella in cui le biciclette volano in cielo e la luna piena fa da sfondo.
In pratica, accompagna Elliott lungo il suo percorso di crescita e di risveglio.
Secondo la Buster un problema di oggi è la diffusa incapacità di percepire i dettagli e le emozioni, per cui si crede erroneamente di dover imboccare il pubblico, togliendo spazio all'immaginazione. In realtà, spiega la sceneggiatrice, non serve spiegare o precisare.
Basta raccontare la propria storia, lasciar affiorare le emozioni e usare, in modo strategico, un dettaglio illuminante. Quel particolare visivo che, inserito con intelligenza, faccia da espediente narrativo e veicoli il tema della storia.
Mi viene in mente il film Il favoloso mondo di Amélie, una poetica storia scritta e diretta dal regista Jean-Pierre Jeunet, che tratta temi molto delicati come la solitudine, le difficoltà nei rapporti e la paura di aprirsi alla vita.
Il dettaglio illuminante di questa fortunata pellicola, quello che può racchiudere il fulcro del racconto è, il nano da giardino del padre di Amélie. L'oggetto che riesce a trasformare la vita ordinaria e solitaria dell'uomo in una rinascita, in una voglia nuova di ricominciare a vivere.
Il dettaglio illuminante nel marketing
Le storie sono entrate ormai a pieno titolo anche nel mondo del marketing. Quando le persone sono coinvolte emotivamente è più facile che comprino un tuo prodotto o che si fidelizzino al tuo marchio. E non c'è miglior modo di coinvolgere i clienti che raccontare loro delle storie memorabili.
Nel libro Momenti che contano. Come creare esperienze che hanno un impatto straordinario di Chip e Dan Heath, scrittori e professori di economia, gli autori insegnano come il successo di un'azienda non derivi dal cercare di avere ogni cosa perfetta e sotto controllo. I clienti non si ricorderanno comunque dell'intera esperienza, ma di singoli, significativi momenti.
I fratelli Heath portano l'esempio di un albergo di media categoria, dalla tappezzeria e dagli arredi non particolarmente accattivanti.
Una sera una coppia di turisti, ospiti dell'hotel, riferisce al personale di aver assaggiato un cocktail buonissimo in un locale del posto. Il giorno dopo lo staff organizza loro una sorpresa: recupera la ricetta originale di quel cocktail e gliela lascia in camera. La coppia ne rimane entusiasta.
Un piccolo dettaglio può rendere il soggiorno in un hotel memorabile e può incarnare con efficacia i valori dell'ospitalità e dell'accoglienza di quell'azienda.
Saper trovare il dettaglio illuminante, quel particolare, o particolari, che rappresentino al meglio lo spirito di un brand che vogliamo promuovere o il tema di un racconto che vogliamo narrare, può fare davvero la differenza e trasformare un'esperienza mediocre in una indimenticabile.