L'importanza della metafora nel linguaggio
Oggi, mentre studiavo un libro sul linguaggio figurato, mi sono soffermata sul valore della metafora. Mi è venuta in mente la metafora per eccellenza, quella militare, usata troppo spesso in medicina.
Dalla recente guerra al virus a quella contro un brutto male, forse la peggiore, perché oltre a obbligarti a scendere in battaglia, ti nasconde il tuo nemico, non nominandolo. Un brutto male. Come se nominarlo, quel nemico, diventasse più reale e facesse più paura.
Ne so qualcosa, avendo avuto mio padre malato di tumore. E mentre tutti intorno a lui si adoperavano per alimentare questa battaglia contro il suo male, pensando in buona fede di caricarlo, io combattevo, invano, la mia personale guerra contro l’uso delle loro parole.
Ho sempre detestato la metafora bellica. Trasformare un momento della propria vita in una battaglia presuppone l’avere degli alleati, è vero, ma anche dei nemici, dover scegliere le armi da imbracciare e, soprattutto, avere dei vincitori e dei vinti.
Così facendo, diventa tutto più faticoso e frustrante, anche un evento che potrebbe essere vissuto in maniera diametralmente diversa.
Una malattia potrebbe diventare, per esempio, un ostacolo da superare, un muro da scavalcare, una montagna da scalare, perfino un viaggio da intraprendere che ti cambierà in profondità.
Ogni metafora suscita emozioni del tutto diverse.
Come insegna il linguista Lakoff, la metafora non è solo una figura retorica usata per arricchire un testo, ma è una vera e propria mappa concettuale che sfrutta il nostro cervello per affrontare ogni giorno la vita. Le metafore fanno parte di noi a livello inconscio, che ci piaccia o no, e influenzano il modo in cui viviamo.
Per questa ragione, come suggerisce di fare lo studioso Paolo Borzacchiello, si dovrebbe usare un’unica metafora alla volta, senza saltare da una metafora militare a una sportiva all’interno dello stesso concetto. Provocherebbe confusione nel lettore.
Lo sapeva bene Silvio Berlusconi che, consapevole della passione degli italiani per il calcio, scelse la metafora sportiva per annunciare il suo partito. Scendere in campo, Forza Italia, tutti richiami evidenti allo sport nazionale.
Incuriosita, mi sono domandata quale metafora o metafore facessero parte del mio linguaggio quotidiano. Ho ripreso in mano alcuni mie scritti, ho provato a fare mente locale sulle mie conversazioni e mi sono accorta di come io utilizzi spesso la parola “rivoluzione” o “rivoluzionario”.
Ho sorriso, ripensando alla mia vita. A quante volte io abbia rivoluzionato ogni aspetto, dagli innumerevoli traslochi ai profili social che apro e chiudo puntualmente, quando iniziano a crescere. Stravolgo continuamente ogni cosa, come se avessi paura di legarmi profondamente.
Usare con consapevolezza le metafore, quando scriviamo e quando parliamo, non ci permette solo di vivere le esperienze della nostra vita, provando emozioni differenti, ma stimola negli altri le stesse emozioni e, cosa non da poco, ci aiuta a riconoscere le metafore che vogliono comunicarci politici, giornalisti e personaggi pubblici.