Di ChatGPT, Google Trends e dell'importanza di porsi domande
Una delle difficoltà maggiori online è inventare contenuti nuovi e coinvolgenti.
Se puntiamo su un argomento solo, il rischio che corriamo è di diventare monotematici, alla lunga di perdere interesse e, cosa non di poco conto, di avvicinare follower interessati solo a quel tema.
Una volta esaurito quell’argomento, i follower si defileranno.
Per questa ragione è importante svincolarci da quel tema e diversificare i contenuti, tenendo a mente sempre il nostro obiettivo finale.
Parlare solo di un argomento, diventa limitativo: la nostra immagine finirà per essere legata irrimediabilmente a quel tema.
D’altra parte, anche introdurre argomenti troppo generici o complessi, potrebbe essere una scelta controproducente.
Se i nostri lettori non sono troppo avvezzi alle discussioni, proporre un tema generico e aperto non li stimolerà a commentare.
Meglio estrarre un’affermazione pubblicata da una persona famosa su quel tema o una notizia uscita da poco e poi chiedere ai lettori cosa ne pensano; offrire loro uno spunto di riflessione da cui partire, un aggancio, specie se l’argomento è ampio e complicato.
In alternativa, potremmo pubblicare un video o un post (meglio ancora se con un’immagine personale, che risulti meno distaccata o anonima), partendo da un trend del momento, da una notizia che ha fatto il giro del web e poi, come sempre, concludere il contenuto portando i follower dove vogliamo noi.
Come trovare i trends del momento: con Google Trends!
Google Trends è uno strumento gratuito che offre Google per trovare gli argomenti di tendenza in un dato periodo.
Usarlo è molto semplice e intuitivo. Ti basta cliccare su esplora, digitare una parola chiave, scegliere il paese, il periodo, la categoria e via dicendo.
Oltre al grafico, potrai conoscere le regioni nelle quali quel termine è stato ricercato più spesso e gli argomenti correlati di tendenza, in crescita.
Puoi anche fare un confronto fra due termini di ricerca. Nel grafico vedrai un termine rappresentato in blu e l’altro in rosso; le regioni e le ricerche correlate,
Google Trends è un valido aiuto, per evitare di affrontare degli argomenti che in un certo periodo sono calanti e di poco interesse. Rimandarli casomai a un momento successivo.
Io non sono una grande fan di trend, ultime tendenze, ricerca delle parole; mi rendo conto, però, che sono degli strumenti che abbiamo a nostra disposizione per catturare l’attenzione di più persone possibili.
Nulla ci vieta di portare, poi, i lettori a riflettere su qualcosa di nuovo, stimolarli a porsi delle domande e a cambiare prospettiva.
È questo che ci differenzia da ChatGPT.
Mentre l’intelligenza artificiale dà solo risposte, comunica mere informazioni, dà sicurezze e non spinge i lettori a pensare, non stimola una crescita interiore, noi possiamo offrire qualcosa in più alle persone.
Possiamo spronarle a farsi delle domande.
Possiamo lasciarle con degli spunti di riflessione talmente interessanti da indurle a rifletterci per giorni.
Daremo il via a nuovi pensieri creativi.
Non occorre sempre dare risposte. A volte basta stimolare negli altri la curiosità, un dubbio, l’urgenza di capire che li spinga a cominciare una propria ricerca personale.
Non c’è niente di più bello che mettersi alla ricerca e fare scoperte nuove.
E meravigliarsi, come fanno i bambini quando smontano da soli degli oggetti per capirne il funzionamento. Cercano delle risposte e si meravigliano delle scoperte che fanno durante la ricerca.
Comunicare sempre risposte e certezze vuol dire privare le persone di queste esperienze.
E impedire loro di crescere.
Per questo motivo, dubito sempre di chi offre solo soluzioni e risposte preconfezionate e non mi spinge a cercare da sola le risposte.
Ed è questo che fanno perlopiù molti strumenti tecnologici: ci risolvono i problemi, ci correggono, offrono risposte, ci evitano perciò la fatica e il lavoro.
È vero, ma nello stesso tempo ci tolgono anche l’emozione della ricerca, la meraviglia della scoperta, la soddisfazione della crescita, del vederci superare quei limiti che credevamo fossero insormontabili.
In poche parole, ci fanno restare esattamente come eravamo prima.