Comunicazione online: come orientarsi nella confusione della punteggiatura
Ogni anno il mio supermercato di fiducia elargisce dei buoni sconto da utilizzare nelle prime due settimane di gennaio, dopo le feste natalizie.
Un modo per mantenere alte le vendite anche dopo il Natale. E infatti in questi giorni è facile imbattersi nella folla a qualsiasi ora si vada.
Sono occasioni in cui si può toccare con mano la stravaganza della gente.
E anche oggi non è stato da meno.
Anziani in piedi, fermi, immobili, con le mani dietro la schiena e lo sguardo fisso sui banchi ortofrutticoli.
“Almeno stanno al caldo” penso mentre cerco di scavalcarne uno per raggiungere le zucchine.
Una signora che, seppure non richiesto da nessuno, si sbraccia energicamente vicino alle casse come fosse un vigile urbano, per dirigere il traffico convulso dei carrelli stracolmi di prodotti.
Mentre avanzo pigramente con il carrello verso la cassa, noto un uomo in coda alla cassa vicina alla mia che mi osserva con insistenza, i suoi occhi ridotti a due fessure per mettermi a fuoco meglio.
Un po’ inquieta cerco di ignorarlo.
Pochi passi in avanti e lo guardo di sottecchi. Lui ne approfitta per dirmi: ”assomigli a una attrice francese, ma non so il nome. Quella di, di,di… hai capto chi?”.
Spiazzata, balbetto qualche suono confuso, ma lui si è già rivolto alla signora dietro di me: “vero che ricorda un’attrice francese?”.
La signora allunga il collo verso di me e dice: ”credevo che fosse cinese” a un volume così alto da attirare l’attenzione delle persone vicine, come se io non fossi là presente.
In un attimo la discussione sulle mie presunte origini sembra appassionare le persone in coda, annoiate dall’attesa, mentre io, rossa in volto, tento di scivolare sempre più dentro la mia giacca.
E intanto conto i passi che mi separano dalla cassiera.
Quando finalmente arriva il mio turno, dopo minuti che sono sembrati un’eternità, scaravento i prodotti sul nastro, pago ed esco dal negozio, prima che a qualcuno venga in mente di chiedermi un documento d’identità.
Poi, come ogni volta che le auto dei clienti sono tante, non ricordo dove ho parcheggiato la mia e mi ritrovo a vagare per il vasto parcheggio confusa, insieme a qualche vecchietto, puntando le chiavi di accensione su tutti i portabagagli grigi che incontro.
Orientarsi nella confusione della punteggiatura
Vuoi compiere un vero atto rivoluzionario?
Rispetta le regole di punteggiatura quando comunichi online.
Nel web le funzioni dei segni di interpunzione sono ridotte ai minimi termini.
Il punto e virgola, per esempio, sta sparendo inesorabilmente per cedere il posto al punto e alla virgola.
In internet imperano i segnali intonativi, come i punti esclamativo e interrogativo, schierati in fila uno dietro l’altro come fieri soldati di un esercito digitale.
Vuoi disobbedire alle convenzioni attuali predominanti?
Cerca le parole esatte in grado di trasmettere quell’enfasi che desideri ottenere e che affidi ai tanti punti esclamativi.
Quando vuoi comunicare un’emozione, non accontentarti di usare un anonimo emoticon.
Fai lo sforzo mentale di raccontare l’emozione attraverso le parole più indicate.
Ribellati a sigle e abbreviazioni che invadono post e messaggi e scrivi le frasi per intero.
Anche se non si è autori per professione, la scrittura ha delle regole precise, proprio coma la danza, la musica e la pittura.
La noncuranza dei punti di interpunzione interrompe inevitabilmente il filo del discorso, distrae il lettore.
La costruzione di un testo scritto non segue le stesse regole nel parlato e nello scritto, come molti credono.
Non occorre mettere una virgola a ogni pausa; in uno scritto ne servono molte meno.
Un testo scritto non va inteso come un messaggio unico e lineare e la punteggiatura aggiunta per scandirlo e segmentarlo.
I punti di interpunzione servono a conferire profondità a un testo, a illustrare la sua struttura gerarchica in cui ci sono frasi principali e frasi secondarie.
Una punteggiatura sbagliata rivela la confusione mentale dell’autore e poca cura di ciò che vuole comunicare.
Ma se non diamo troppa importanza noi al nostro messaggio, perché dovrebbe darla chi lo legge?
Quando si scrive un messaggio, è importante buttare giù una bozza prima di pubblicarlo, e cercare di strutturarlo nel modo più chiaro e comprensibile possibile. A quel punto i segni di interpunzione verranno in automatico.
Un messaggio curato, chiaro e ben strutturato racconta di una persona curata, riflessiva, con le idee chiare e professionale.
Le parole ci promuovono più di quanto crediamo. La nostra immagine pubblica online è l’insieme di tutte le frasi, i post e i commenti distratti che disseminiamo nel web.
Forse gran parte della gente non ci farà caso, abituata a leggere superficialmente e a scrivere male, ma quei pochi che hanno cura della scrittura, lo noteranno e ne saranno infastiditi.