Realismo magico: quali romanzi leggere?
Io non sono una persona molto romantica, o meglio, ho un’idea tutta mia di romanticismo.
Credo dipenda dal mio DNA.
Mio padre non vedeva l’ora che una delle sue tre figlie si sposasse, per realizzare una sorpresa a detta sua “fra le più romantiche”.
Mia sorella, la prima delle tre figlie e l’unica a essere convolata a nozze, si è sposata in un agosto di molti anni fa, nel centro della mia città.
Quel giorno mio padre, emozionato come poche volte, ha pensato bene di noleggiare una cadillac rosa, per accompagnarla alla chiesa, guidata da un sosia di Elvis Presley; Love me tender che suonava a tutto volume nell’autoradio, mentre la cadillac faceva il giro della città.
Mi ricordo ben poco di quel giorno, ma l’espressione di stucco degli invitati (gran parte appartenenti alla “Treviso bene”) e il mio sollievo di non essere io su quell’auto sono rimasti impressi nella mia mente a lungo.
Mi sono resa conto che tutte le volte in cui mi sono davvero emozionata, la natura faceva da sfondo.
Nella mia idea distorta di romanticismo trovo molto più suggestivo mangiare un panino con la mortadella e una buona birra in un giardino, magari con qualche lucina e una lanterna, e chiacchierare serenamente piuttosto che una cena in un ristorante stellato.
Una fra le sorprese più emozionanti che mi abbiano mai riservato è stata architettata da un mio caro amico che mi conosce bene.
Dopo avermi bendato gli occhi, mi ha accompagnata in mezzo a un campo di papaveri; è indescrivibile l’emozione che ho provato quando mi ha liberato dalla benda e mi è apparso quel mare di piccoli fiori rossi attorno.
Una volta mi sono ritrovata in un maneggio dove i cavalli erano liberi di scorrazzare. Io, che li adoro e amo andare a cavallo, mi sono sentita eccitata come fossi una bambina.
In passato sono andata molte volte a teatro, a vedere i grandi attori che ammiro, ma uno fra i ricordi più belli che conservo ancora è legato a una piccola compagnia di un paese.
Mettevano in scena una versione particolare di “Sogno di una notte di mezza estate” in mezzo a un boschetto.
Noi del pubblico dovevamo sedere sparsi sul prato: per raggiungerlo, ricordo, abbiamo dovuto camminare lungo un piccolo viale fra gli alberi, accompagnati dagli attori e dalle lucciole.
Un’atmosfera così suggestiva che ho voluto inserirla nel mio unico, piccolo libro scritto anni fa.
Amo le atmosfere fiabesche che solo la natura è in grado di creare.
Sarà che mi piace stare all’aria aperta o che ho un bisogno inconscio di sfuggire alla pesantezza della realtà, ma nulla per me è paragonabile a una cornice naturale.
Il realismo magico nei romanzi
Proprio come amo la magia creata da un bel paesaggio, mi piacciono particolarmente i romanzi dalle atmosfere surreali, fiabesche come quelli appartenenti alla corrente del realismo magico.
Uno fra i libri più belli che abbia mai letto da adolescente è “Cent’anni di solitudine”. Ma Gabriel Garcìa Marquez non è l’unico degno rappresentante di questo genere letterario.
Da leggere, per chi ama le atmosfere da fiaba, ci sono i romanzi di Calvino, come “Il barone rampante” e “Il cavaliere inesistente”; “Il deserto dei tartari” di Dino Buzzati.
Più recente e meno conosciuto, ma a mio avviso davvero molto carino, il romanzo di Sofìa Segovia “Il sussurro delle api”; in questi giorni sto leggendo su consiglio del mio libraio di fiducia, “Istella mea” di Ciriaco Offeddu, una bella scoperta che può entrare a pieno titolo fra i romanzi contemporanei più interessanti di questo genere letterario.