Di sogni premonitori, angelologia ebraica o come caratterizzare dei personaggi
Sono nata settimina.
Mi aspettavano in agosto, ma ho giocato d’anticipo e ho scelto di venire al mondo a giugno.
Un’entrata di scena imprevista accolta in maniera altrettanto inaspettata: dopo la prima boccata d’aria sono finita dritta dritta in incubatrice, per permettere ai miei bronchi di svilupparsi del tutto.
Una volta qualcuno mi ha detto che i settimini mantengono intatto il legame col mondo invisibile, imparano a muoversi fra la gente con un piede nella realtà fisica e l’altro in quella spirituale.
Non so se dipenda da questo o dal fatto che la mia famiglia abbia da sempre subìto il fascino dell’esoterismo, ma in effetti cose come gli angeli, l’astrologia, i tarocchi hanno sempre fatto parte della mia vita.
La domenica, a tavola, in famiglia si guardava la classifica dei segni zodiacali di Paolo Fox in religioso silenzio; ancora adesso, possiamo non parlarci per settimane, o mesi, ma non abbiamo perso l’abitudine d’interessarci alle previsioni astrologiche per sapere come va alle altre: “Ah, M.. è in fondo alla classifica! o “ a C. le va bene, è al secondo posto”.
Nel tempo ho scoperto di avere un talento tanto insolito quanto inutile: memorizzo il segno zodiacale di chiunque, personaggi pubblici, vicini di casa, scrittori, il medico di base.
Mi basta chiederlo una volta sola, o andare a cercarlo su Google nel caso di un vip, per fissarlo nella mente a vita.
Non sono di quelle che crede ciecamente nell’astrologia e rifiuta di frequentare una persona solo per il suo segno zodiacale, ma mi piace associare i tratti caratteriali, le parole pronunciate o gesti di chi incontro a un segno d’appartenenza.
A volte, provo ad indovinarlo prima, e una volta su due lo imbrocco.
I mie primi case study sono avvenuti in famiglia, come è facile immaginare.
Ho scoperto presto che l’irruenza arietina di mio padre, la sua natura mondana e bisognosa dell’approvazione sociale poco conciliasse con il carattere sibillino, sognatore e insicuro di mia madre, nata sotto il segno dei Pesci.
In una famiglia in cui prevaleva l’energia impetuosa dei segni di fuoco, una Pesci e una Gemelli hanno dovuto fare squadra, accettando silenziosamente le reciproche stranezze e sensibilità.
Le mie sorelle leggono i tarocchi; in modo autonomo, ognuna di noi, madre inclusa, almeno una volta ha avuto un incontro vis-à-vis con una sensitiva.
A vent’anni mi sono avvicinata alla meditazione, una pratica che ha incredibilmente acuito la mia natura sensitiva.
Adesso mi sono abituata alle stravaganze che mi capitano, ma un tempo restavo spaesata per giorni.
Un episodio che mi ha sconvolto a lungo è stato un sogno premonitore, dovrei dire piuttosto un incubo, uno strano evento di chiaroveggenza.
Una notte mi ricordo di essermi svegliata di soprassalto, sudata e col battito accelerato: avevo sognato di essere in un’isola con degli studenti e un uomo ci correva dietro per spararci.
Cercavo disperatamente rifugio nell’isola finché non me lo sono trovata di fronte: un viso freddo e due occhietti chiari e gelidi che mi fissavano.
Il giorno dopo, al telegiornale, scopro che c’era stata una strage sull’isola di Utoya e mi ritrovo lo stesso sguardo glaciale in primo piano di quell’uomo.
Per fortuna, mi accadono anche cose belle: incontri particolari, sincronicità piacevoli. Posso avvertire inconsciamente lo stato d’animo di qualcuno con cui sono in profonda connessione anche senza vederlo, mi basta pensarlo con intensità.
G. una psicologa della Gestalt, era convinta che avessi un sesto senso particolare, dopo che una volta, appena arrivata nel suo studio, le avevo chiesto di rimandare la seduta, perché avevo avuto l’impressione che lei non volesse farla, mi ero sentita fortemente a disagio (ho scoperto in seguito che G. non stava bene, aveva appena ricevuto una notizia spiacevole).
Ancora più che all’astrologia, ho imparato a credere all’angelologia egizia ed ebraica di cui parla Igor Sibaldi; ho scoperto che conoscere l’angelo di qualcuno, non mi indica solo il carattere di quella persona, ma mi aiuta a capire le sue scelte, le sue necessità, infine la sua missione animica.
Un buon modo per costruire dei personaggi interessanti, quando si scrive una storia, può essere quello di stabilire il loro angelo.
Gli angeli degli scrittori e degli scrittori
È inutile dirlo, in passato ho cercato il segno zodiacale di ogni scrittore o artista che mi piaceva.
Da poco tempo ho cominciato a interessarmi ai loro angeli e ho scoperto delle associazioni particolari.
Approfondire è facile: basta digitare su Google la data del compleanno (giorno e mese), seguito da “angelo Sibaldi”.
Steinbeck, uno fra gli scrittori che amo di più in assoluto, è nato sotto l’influenza di Habuhiah, l’angelo delle nobili cause, l’angelo dal cuore grande.
Chi nasce nei giorni di questo angelo prova una profonda compassione per le altre persone, per chi sta male, non a caso Steinbeck ha scritto romanzi bellissimi incentrati sui poveri, sui contadini messicani, sulle ingiustizie sociali.
Jane Austin, il cui angelo Nana’e’el le ha spirato dei romanzi tanto “leggeri” quanto ambiziosi che riscossero un gran successo fra i suoi contemporanei.
I personaggi dei suoi libri, guarda caso, incarnano quasi sempre caratteri ambiziosi, provocatori e orgogliosi e coltivano vite e interessi alla moda.
Lucio Dalla ha spesso cantato di vittime, di persone emarginate, non considerate dalla società è stato certamente influenzato dall’energia del suo angelo, Ra’aha’el.
Metsara’el, l’angelo di Federico Fellini, uno fra i registi a cui sono più legata, porta a vivere i suoi protetti un andirivieni fra infanzia ed età adulta, fra sogno e follia.
Si potrebbe continuare all’infinito, con ogni scrittore o artista: emergerebbero sicuramente analogie particolari, si scoprirebbe che le loro vite sono state, consciamente o inconsciamente, influenzate dal proprio angelo.