Di Robert Smith, Rimbaud e degli adolescenti di oggi

 

Apro WhatsApp e mi compare la foto di un Robert Smith sessantenne.

(Che assomigli a una vecchia zia un pochino è vero, penso).

È un messaggio di A. che si rifa viva dopo alcune settimane.

Indovina? Ho convinto M. ad accompagnarmi al prossimo concerto.

M. ascolta quasi solo musica italiana, da quello che so. Sono contenta per lei e glielo dico.

Ti ricordi quando ha vomitato sul palco?

Intende Robert Smith.

In realtà lo avevo rimosso, sono trascorsi diversi anni da quel concerto, ma d’un tratto capisco perché non dappertutto fanno cenare il pubblico mentre la band suona.

Certo, sarà diverso rivederli adesso.

Avverto un velo di malinconia fra le sue parole e ci ripenso anche dopo alcune ore dal suo messaggio.

Al contrario di A. io non amo molto ricordare il passato, ma stavolta faccio un’eccezione.

E sì, mi ritrovo a convenire sul fatto che i concerti da adulto non sono mai così belli come quando sei adolescente.

Non per colpa dei musicisti; è qualcosa che ha a che vedere più che altro con te e la nostalgia degli anni che furono.

Mi tornano in mente le parole sull’adolescenza della scrittrice Anna Di Cagno.

Diversamente da quel che si crede, la parola “adolescenza”, e tutto ciò che le ruota intorno, non c’era in antichità, è un concetto piuttosto recente.

Fino alla fine dell’Ottocento e i primi anni del Novecento la categoria dell’adolescenza non esisteva, nonostante ci fossero i ragazzi coi loro drammi emotivi.

Un tempo si passava dal mondo dei bambini direttamente al mondo degli adulti e del lavoro, senza tener conto dei cambiamenti, delle esigenze e dell’agitazione che è tipica dell’età adolescenziale.

Pasolini diceva che l’adolescente è sempre una figura politica. È colui che rappresenta un periodo storico meglio di altri, evidenzia i malesseri di un’epoca.

Oggi l’adolescente è un prodotto culturale a tutti gli effetti e, come tale, interessa le altre categorie; fra queste anche quella dell’intrattenimento.

Guardare le serie TV incentrate sugli adolescenti può essere interessante, sì, ma poi, come suggerisce di fare la scrittrice Di Cagno, sarebbe utile spegnere la TV e aprire un libro.

Dovremmo riavvicinarci all letteratura per scoprire chi sono davvero gli adolescenti, per sentirli e capirne i turbamenti, la rabbia, le sofferenze, il non sentirsi appartenenti mai davvero a nessun luogo e a nessun persona, tantomeno alla famiglia.

In particolare, la scrittrice incoraggia a leggere Arthur Rimbaud

Rimbaud era un adolescente senza etichetta, senza playlist, senza slang, senza gli emoticon che vanno di moda adesso.

Gli adolescenti, ci spiega l’autrice, quelli veri sono sempre esagerati e mai sottomessi, sono sopra le righe, impopolari, a volte anche insopportabili.

In barba a tanti, Rimbaud già a 16 anni era un poeta famoso e aveva scritto alcune fra le sue poesie più significative.

Uno fra i poeti maledetti più famosi e amati, Rimbaud ha rivoluzionato la poesia del tempo, ha mandato all’aria le regole dei suoi contemporanei, perché gli stavano strette, limitavano, a suo dire, l’espressione poetica.

Ha scritto tantissimo, ma solo nell’arco di pochi anni, fra i 15 e i 19 anni.

Vale a dire, durante la sua adolescenza.

In quel periodo e anche dopo ha portato avanti una vita sregolata e vagabonda.

Ha criticato aspramente i borghesi perbenisti, ha deriso i politici, denunciato la guerra; in una lettera spiega all’amico Paul Demeny come il poeta dovrebbe sempre contribuire al progresso spirituale dell’umanità.

Oltre a guardare le serie-TV e ad ascoltare le canzoni di oggi, gli adolescenti (e non solo, anche noi adulti), dovrebbero riavvicinarsi alla letteratura, riconoscersi attraverso le pagine di chi è stato adolescente secoli prima, di chi non ha accettato compromessi, non si è lasciato incasellare facilmente dagli adulti attorno, ammansire dalle mode, dall’idea di guadagnare soldi, successo e potere, come purtroppo accade ora.

Per guardare bene un posto, dobbiamo uscire da quel posto e osservarlo da un prospettiva più ampia.

Per capire il periodo storico attuale, sarebbe importante prenderne le distanze leggendo dei libri scritti in un’altra epoca; confrontarsi con le parole, i desideri, i turbamenti dei coetanei vissuti molto tempo prima.

 
Virna Cipriani